Siamo tutti designer
— Donald A. Norman
Strane competenze, quelle del Designer. Articolano una lingua da addetti ai lavori che, nei casi migliori, mettono sulla difensiva l’interlocutore. Ogni volta che la progettazione di un prodotto parla la lingua del Design Partecipato mette in campo competenze e abilità specifiche tali da mettere a dura prova le abitudini e ad ampliare il glossario iperspecializzato delle singole discipline. Il risultato si manifesta in un processo aperto a nuovi materiali e risorse umane, ridefinendo i flussi di comunicazione e favorendo lo scambio di competenze in gruppi di lavoro multidisciplinari.
È il caso di Farmacia Madonna Della Neve. Un briefing per un team composto da un progettista e dal cliente per una collaborazione avviata con dei sacchetti biocompostabili e delle shopper in carta, in vista d’un imminente salto di qualità per il settore Cosmesi. Una chiara analisi del contesto aiuta a circoscrivere il problema e ad identificare rischi ed opportunità per un budget, ponderato con parole misurate e cifre circostanziate. Nel caso della cosmesi, non è raro che si parta dalla descrizione di scenari e persone per arrivare a definire interazioni e requisiti di prodotto. Soddisfatta l’esigenza strutturale si passa all’identità del brand, da affidare alla stampa per quello che può sembrare una semplice implementazione, aiutata da documenti di specifica e tecnologie come la litografia offset e la flessografia. L’eccellente risultato della stampa Offset risiede nel processo planografico e indiretto. Planografico, perché questo tipo di stampa adotta delle matrici piane. Indiretto, perché la forma da stampa non va a diretto contatto con il supporto.
L’immagine rappresentata sulla lastra viene prima trasferita ad un cilindro rivestito di materiale gommato, per poi essere di nuovo trasferita dal cilindro al supporto su cui vogliamo imprimere il disegno.Immagini fotografiche e complessi visual ne trarranno un vantaggio dovuto sia all’alta risoluzione che all’estrema definizione. E poi c’è la stampa Flessografica, una procedura di stampa molto utilizzata e caratterizzata dall’uso di una gomma o più recentemente di piastre di fotopolimeri che portano in rilievo i caratteri e i disegni da stampare. Nonostante sia una tecnica di vecchissima data, è ancor oggi ampiamente utilizzata e se ancor oggi parliamo di stampa flessografica è perché, sebbene per molto tempo non abbia offerto livelli di precisione confrontabili con quelli offerti dalla stampa offset, fornisce la possibilità di operare su moltissimi supporti tipici del packaging, come plastica e carta, e di usare ecologici inchiostri a base d’acqua. Grazie agli inchiostri flessografici, che sono poco viscosi e tendono quindi ad essiccare in fretta, si accorciano di conseguenza i tempi di lavorazione e i costi. Le varie ipotesi di lavoro convergono su mock-up tridimensionali e prototipi. La scelta ricade su un fondo nero soft-touch con un motivo di triangoli UV addensati che arricchiscono il logotipo circolare.
Il modello comunicativo di Schramm descrive la comunicazione come un fenomeno sociale e circolare, basato su un feedback che non si ferma al momento dell’implementazione, ma subisce il verdetto e nei casi più riusciti una vigorosa spinta dall’esperienza del consumatore, vero test al banco farmaceutico. Responso sancito dal sorriso del cliente soddisfatto sui social network, chiaro indicatore di riuscita, traguardo d’un brillante percorso con aggettivi come “discreto”, “interessante” o “piacevole”. È lì che una progettazione basata su materiali, tipologia di stampa, pigmenti e inchiostri converge sulla personalizzazione, elemento-chiave e valore aggiunto d’un’interazione di successo, che nelle mani del cliente resta tangibile prova del suo partecipe percorso nella catena del valore.
Semplice come un principio attivo. Trasparente come l’acqua. Intrigante come un dono.
Per Farmacia Madonna Della Neve
Graphic Design & Re-store: Mobil M Italia
Product photography & UX Writing: Lino Mocerino at Techniqua